Introduzione
Il presente articolo descrive il Modello di Intervento Focale Integrato, un approccio terapeutico che ha due principali finalità:
1. Sviluppare un modello di trattamento efficace, il più breve possibile, accessibile a un ampio spettro di persone con disturbi psicologici. Inoltre, mira alla creazione di un programma per la promozione della salute e la prevenzione.
2. Sviluppare un programma di formazione per i professionisti della salute mentale.
Caratteristiche del modello
Il Modello di Intervento Focale Integrato si fonda su due caratteristiche principali:
1. Un programma di trattamento focale: il trattamento si concentra su un problema significativo identificato, la cui soluzione aiuta il paziente a raggiungere il suo obiettivo terapeutico. Il piano di trattamento può prevedere una fase unica con un focus specifico oppure, in base alla gravità dei problemi del paziente, più fasi successive, ognuna delle quali si concentra su un aspetto diverso. Per ogni fase possono essere adottate strategie e tecniche differenti.
Metodologia
Il piano di trattamento
1. Identificazione del problema significativo (focus): analisi della relazione causa-effetto, delle influenze rilevanti e dei fattori di rinforzo.
2. Definizione degli obiettivi::
• Finalità principali ed esito desiderato.
• Finalità secondarie, stabilite all’inizio di ogni fase per raggiungere l’obiettivo finale.
3. Strategie e tattiche necessarie per il raggiungimento degli obiettivi.
4. Misurazione del processo:
• Valutazione del progresso mensile.
• Misurazione dell’esito.
5. Processo di valutazione:
• Identificazione di eventuali nuove fasi necessarie.
• Eventuali modifiche degli obiettivi, delle strategie o delle tecniche.
• Termine del trattamento se l’obiettivo principale è stato raggiunto.
Processo di valutazione
Il processo di valutazione esplora tre dimensioni principali:
1. Bisogni specifici del paziente
2. Potenziale evolutivo
3. Resistenze al cambiamento
Bisogni specifici del paziente
Per bisogno specifico si intende un bisogno derivante da una relazione conflittuale dell’individuo con sé stesso e/o con gli altri. Tutti gli esseri umani condividono bisogni di base, dai più semplici ai più complessi (Maslow, 1970). Tuttavia, a causa di fattori interni ed esterni, un individuo può sviluppare bisogni specifici, riconoscibili solo attraverso un ascolto empatico e neutrale.
Per comprendere questi bisogni, il modello adotta un approccio mentalistico, che esplora la correlazione tra la mente e i sintomi psicopatologici, intesi come espressioni simboliche di pensieri, desideri, paure, ricordi ed emozioni, anche inconsapevoli.
L’ipotesi alla base del modello è che i bisogni specifici siano l’espressione di una componente conflittuale (conflitto intrapsichico), di una parte sana della personalità e, nei casi più gravi, di una componente deficitaria. Il focus dell’intervento è individuare e trattare questi bisogni, poiché essi rappresentano l’ostacolo principale allo sviluppo naturale dell’individuo.
Dimensioni dei bisogni specifici
1. Dimensione intrapsichica: include bisogni individuali derivanti dal conflitto tra il Sé reale e il Sé ideale (ad esempio, il bisogno perfezionistico).
2. Dimensione relazionale: riguarda la qualità delle relazioni oggettuali e il rapporto tra l’individuo e il contesto socio-culturale (ad esempio, l’isolamento sociale come difesa dalla paura del giudizio altrui).
Potenziale evolutivo
Il potenziale evolutivo viene valutato in base a:
• Struttura della personalità e concetto di sé: equilibrio tra passività e attività, capacità di tollerare frustrazione e perdita, autoregolazione emotiva, autoaffermazione e accettazione dei limiti.
• Processo evolutivo e sue dimensioni: funzionamento cognitivo, relazionale e sessuale, narcisismo, autostima, capacità di auto-osservazione e auto-riflessione.
Resistenze al cambiamento
Le resistenze al cambiamento vengono misurate lungo un continuum che considera:
• Equilibrio tra bisogni di dipendenza ed emancipazione.
• Capacità di trarre beneficio dall’intervento terapeutico.
• Accettazione dei limiti realistici e della dipendenza.
Integrazione dei modelli evolutivo, psicoanalitico e cognitivo-comportamentale
Il modello integrato attinge da diversi approcci teorici per comprendere l’origine e la persistenza dei comportamenti disfunzionali, nonché i processi di cambiamento.
• Il modello evolutivo considera il conflitto come un agente di cambiamento, risultato del dialogo interno tra schemi cognitivi ed emotivi contrastanti.
• Il modello psicoanalitico aiuta a elaborare i conflitti inconsci intrapsichici e interpersonali.
• Il modello cognitivo-comportamentale rende il paziente consapevole di come schemi e pensieri disfunzionali influenzino il suo comportamento attuale e lo aiuta a modificarli.
La resilienza
Le ricerche sulla resilienza evidenziano l’importanza dell’interazione tra fattori di rischio e fattori protettivi a livello individuale, familiare e socio-culturale. Questo approccio:
• Valorizza le risorse già presenti nell’individuo e il suo ruolo attivo nel processo di cambiamento.
• Favorisce un modello collaborativo ed egualitario tra terapeuta e paziente.
• Considera il trauma come un’opportunità di apprendimento e crescita.
Il terapeuta, quindi, non si limita a intervenire sulle difficoltà del paziente, ma agisce come intermediario tra le sue modalità disfunzionali e le sue risorse, promuovendo la salute e la prevenzione.
Applicazione del modello
Il modello si rivolge a due principali gruppi di utenti:
1. Disturbi psicopatologici
• Il modello utilizza un continuum della psicopatologia (Winston, Gabbard), che va dai disturbi più gravi (psicosi, disturbi borderline) a quelli di gravità media (disturbi narcisistici, depressione, ipocondria), fino ai disturbi meno compromettenti (disturbi d’ansia, disturbi ossessivo-compulsivi, distimia).
• Il modello di psicoterapia breve integrata è particolarmente efficace per pazienti con disturbi nevrotici e per individui in fasi evolutive critiche, incluse le famiglie in difficoltà.
2. Popolazioni a rischio
• Bambini e adolescenti in ambienti familiari disfunzionali.
• Bambini adottati, specialmente se stranieri.
• Genitori separati o divorziati.
• Adolescenti con difficoltà di apprendimento.
Il modello è insegnato presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Integrata (MIUR, DD 12.06.2001) e in master per psicoterapeuti, convalidato da ricerche su efficacia ed efficienza.
Bibliografia
Modelli di intervento psicoterapeutico
- Zapparoli, G. C. (2009) Introduzione al modello dell’integrazione funzionale nella patologia grave (Dialaogos edizioni)
- Zapparoli, G. C. (2002) La follia e l’intermediario (Dialogos ed.)
- Zapparoli, G. C. (2004) La diagnosi (Dialogos ed)
- Zapparoli, G. C. (2008) Psicopatologia grave. Una guida alla comprensione ed al trattamento (Dialogos ed)
- Zapparoli, G. C. (1987) La psicosi ed il segreto (Bollati Boringhieri)
• Gabbard, G. O. (2005). Psichiatria psicodinamica. Raffaello Cortina.
• Gabbard, G. O. (2007). Trattato di psichiatria psicodinamica. Raffaello Cortina.
• Luborsky, L. (1984). Principles of Psychoanalytic Psychotherapy: A Manual for Supportive-Expressive Treatment. Basic Books.
• Malan, D. (1976). The Frontier of Brief Psychotherapy. Plenum Press.
Modelli integrati e approcci evolutivi
• Blatt, S. J. (2008). Polarities of Experience: Relatedness and Self-definition in Personality Development, Psychopathology, and the Therapeutic Process. American Psychological Association.
• Bowlby, J. (1988). Una base sicura: applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Cortina Editore.
• Fonagy, P., Target, M. (2003). Psicoanalisi e teoria dell’attaccamento. Raffaello Cortina.
Psicoterapia breve e interventi focali
• Mann, J. (1973). Time-Limited Psychotherapy. Harvard University Press.
• Sifneos, P. E. (1987). Short-Term Psychotherapy and Emotional Crisis. Harvard University Press.
• Winston, A., Rosenthal, R. N., & Pinsker, H. (2004). Manual of Short-Term Dynamic Psychotherapy. American Psychiatric Press.
Resilienza e trauma
• Cyrulnik, B. (2009). Resilience: How Your Inner Strength Can Set You Free from the Past. Penguin.
• Masten, A. S. (2001). Ordinary Magic: Resilience Processes in Development. American Psychologist, 56(3), 227-238.
• Rutter, M. (2006). Implications of Resilience Concepts for Scientific Understanding. Annals of the New York Academy of Sciences, 1094(1), 1-12.
Aspetti neurobiologici e psicopatologia grave
• Kandel, E. R. (1998). A New Intellectual Framework for Psychiatry. American Journal of Psychiatry, 155(4), 457-469.
• Schore, A. N. (2012). The Science of the Art of Psychotherapy. Norton & Company.
• Van der Kolk, B. (2014). The Body Keeps the Score: Brain, Mind, and Body in the Healing of Trauma. Viking.
